20 anni sul groppone

20 anni fa lanciai eCarta nella piattaforma del Cannocchiale, ormai irraggiungibile.

Il ventennio del blog non l’avrei immaginato così, anche perché di tempo libero ne ho avuto parecchio nel 2023, e avrei potuto fare di più.

Ma è bello essere in queste pagine ancora una volta, e fantasticare su possibili evoluzioni future che poi chissà, magari vedranno la luce, magari no.

Il consunto del 2023 è davvero particolare. E’ stato un anno di grandi ripartenze, un azzeramento della vita come ne ho avuto diversi, stavolta forse con ancora più incognite e instabilità e molto meno tempo davanti per cambiare e sbagliare strada.

Vi faccio un piccolo riassunto: dopo sei anni di convivenza, mi sono lasciato con la mia compagna. Un male di vivere troppo profondo mi attanagliava, sentivo la vita scivolarmi di dosso e troppi costrutti tra me e il mio mondo interiore che mi impedivano di sentirmi realizzato. Così, prima nel divano di mia sorella, poi ospite da un’amica nelle Alpi Apuane, poi in un futon in uno stanzino in un ufficio a Chinatown a Milano, poi ospite da un amico a Tarquinia, piano piano ho ripreso il controllo della mia vita, cercando un equilibrio e un mare dove navigare meno a vista.

Ho scritto qualcosa di mio, preso parte a progetti di altri, portato avanti dei progetti concreti: due programmi per la Rai, un libro, un corso. E mi sono rimesso in gioco in prima persona, tornando sui banchi di scuola invece di salire in cattedra, per tentare un’altra strada ancora, che è quella della stand up comedy. Troppo a lungo, chiuso in me stesso, ho messo da parte la mia vena umoristica, che se raramente mi ha dato da mangiare è stata tra quelle che più spesso mi hanno regalato belle emozioni.

A fine giugno è arrivata la decisione. Ho ricercato una stabilità costruendo qualcosa a Torino, città che ho sempre amato e dove ho vissuto alcuni dei momenti più belli della mia vita. Sono tornati a vivere con me i miei gatti, dopo quasi un anno di lontananza forzata. E’ stata una scelta in parte forzata, qui mi si sono presentate occasioni lavorative interessanti, in parte voluta. Lontano da Roma, in una città più vivibile, meno cara, più ciclabile, legata a tanti cari ricordi ma al contempo tutta nuova, da scoprire, fare mia. La mia casa è buia, è più che buia, è spettrale, prende un paio d’ore di sole parziale d’estate nella zona giorno, con la zona notte perennemente al buio. Ma è grandicella per una persona sola, tenuta bene, ha una cantina e un posto bici di pertinenza. In più è raggiunta dalla fibra veloce, il cellulare prende bene e i vicini sono per la maggior parte anziani silenziosissimi. Sono felice.

Non nascondo che le nuove quotazioni che sta avendo la mia carriera le sento più vicine alle mie competenze, e questa voglia di fare che è tornata a tormentarmi giorno e notte la sento come qualcosa che mi appartiene profondamente.

Non sono solo note positive, purtroppo. Una nuova crisi depressiva sta rendendo tutto complicato. E’ una perenne lotta tra voler fare e voler restare a letto a dormire, tra pensieri ottimistici e slanci di disperazione, tra routine pianificate minuziosamente e giornate dove veglia, sonno e cibo sembrano distribuiti da un folle, o da lanci di dadi.

Comunque mi sto curando, 5 terapie si alternano nell’arco delle mie giornate per regalarmi quella normalità che vorrei provare senza alcun aiuto esterno. Ma va bene così.

20 anni fa non stavo molto diversamente da oggi, ero solo un po’ più inesperto, più incosciente, a tratti più spavaldo e più creativo, ma avevo la stessa identica sensazione di avere tanto da dire e tanto da fare.

So che le parole in un blog ormai sono un esercizio inutile, e se le scrivo forse è proprio per questo.

Cercherò di produrre materiali destinati al grande pubblico, e spero anche che possano avere un qualche successo, perché diventare un professionista mi ha privato proprio della voglia di un rapporto diretto col pubblico, di essere una firma.

Vorrei fare più cose mie, pensate per piacere a voi, senza filtri, senza finanziamenti, senza dover convincere della bontà del progetto un’intera produzione, rimediare i finanziamenti, mettere tutti d’accordo con mille compromessi.

Questo lungo post, che dice molto ma in fondo non dice niente, lo dedico agli unici indefessi commentatori di queste pagine, i bot che non vedete perché sono censurati ma non mancano mai di farmi notare quanto utili e interessanti siano i miei spunti.

Forse questa è la direzione che prenderemo: noi che tenteremo di intrattenere l’AI. Il che manterrebbe tutto invariato, fintanto che l’intrattenimento sarà buono.

Buon compleanno eCarta, qualunque cosa tu sia e diventerai.

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